lunedì 12 dicembre 2011

Anziani costretti a rubare

PADOVA - Quando sono in difficoltà, si sa, gli italiani tirano il meglio di sé stessi. La notizia che conferma la regola arriva da Fosso, in provincia di Padova, dove è gara di solidarietà per aiutare l'anziano 77enne in difficoltà che è stato "pizzicato" mentre rubava tre bistecche in un supermarket di Piove di Sacco. L'anziano si era difeso dicendo di non farcela ad arrivare a fine mese, anche a causa della condizione del figlio, un invalido, e della moglie, che ha diversi acciacchi. La storia del signore ha commosso tutta Italia e in particolare il suo paesino.
Un cittadino di Prato, Alessandro Maiorano, dipendente pubblico, indignato dalla vicenda del fermo dell'anziano, si è addirittura offerto di pagarle lui, quelle bistecche: «Li pago io, gli euro di quelle bistecche».
«È stato l'elemento della recidiva, visto che aveva tentato di rubare altre due volte, a portare alla denuncia. Naturalmente non è sulle denunce che impostiamo il nostro rapporto con il cliente. Ma volevamo che a questa persona arrivasse un segnale», hanno spiegato in caserma.
«La vita è dura per tutti, me lo dice sempre. Mio marito è molto malato, non so cosa gli sia preso» lo difende la moglie. «Mio padre non ruba per avere qualcosa da mangiare - spiega invece il figliastro -, non è il pezzo di carne o il pane che gli interessano: quello a cui punta è riuscire a conservare intatti i soldi che ci entrano in casa per pagare il riscaldamento e le bollette varie. Non è facile vivere in tre con mille euro al mese».
L'anziano in passato era conosciuto con il soprannome di "boss", per le frequentazioni non proprio limpide. Non era proprio un santo, insomma, ma sul candiore del suo gesto nessuno ha dubbi a Fosso.

Sciopero in tutta Italia per la libertà del lavoro


E' in corso lo sciopero confermato dai sindacati dopo che ieri non si sono sentititi soddisfatti dall'incontro che hanno avuto col premier Mario Monti. I lavoratori sfilano nelle piazze chiedendo equità. Presidi anche davanti alle prefetture.
 
CORTEO FIOM A TORINO, SCIOPERO ANCHE CONTRO FIAT - Lo striscione ''Per la liberta' del lavoro'' con il logo Fiat apre il corteo della Fiom nel centro di Torino. Dietro sfilano migliaia di lavoratori metalmeccanici. Alte le adesioni secondo la Fiom, in tutte le fabbriche: 69% alle ex meccaniche di Mirafiori, oltre il 50% all'Iveco, 70% all'Avio di Rivalta, 90% all'Avio di Borgaretto, 95% alla Microtecnica, tra il 70 e il 90% nelle piccole aziende del Canavese e di Moncalieri.
 
''Abbiamo voluto dare un segno particolare alla presenza dei metalmeccanici - spiega il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono - sia anticipando a oggi lo sciopero di otto ore previsto per il 16, sia con la manifestazione che sta riuscendo molto bene. Questo per dire che siamo contro la manovra e contro il tentativo Fiat di cancellare il contratto nazionale. E' importante sottolineare questo proprio qui a Torino dove e' probabile che nelle prossime ore si consumi uno strappo democratico nei confronti dei lavoratori''.
 
IN MIGLIAIA A FIRENZE GRIDANO'PIU' EQUITA'' - Allo slogan ''equita', equita' equita''', migliaia di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil stanno sfilando a Firenze contro la manovra nell'ambito dello sciopero generale di tre ore organizzato oggi a livello unitario dai sindacati.
 
Il corteo si e' mosso da piazza Indipendenza per raggiungere la prefettura, dove e' in corso un presidio e dove una delegazione sindacale si appresta ad incontrare il prefetto. In corteo anche esponenti di forze politiche e istituzioni con in testa il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi seguito da numerosi sindaci dell'area fiorentina in fascia tricolore ed esponenti della Provincia.
 
GENOVA: IN MILLE A CORTEO UNITARIO - E' partito dalla stazione di Genova Principe il corteo unitario dei sindacati indetto contro la manovra. Al corteo prendono parte circa mille persone, controllate da un ingente servizio d'ordine della Cgil e dalle forze dell'ordine. Al corteo dovrebbe congiungersi un piccolo contingente di studenti che si sta radunando in piazza Caricamento. La manifestazione terminera' davanti alla prefettura di Genova, dove dovrebbero tenersi i comizi. Una delegazione di sindacalisti verra' ricevuta dal prefetto del capoluogo ligure, Francesco Musolino.
 
A BOLOGNA LA CGIL VA IN PIAZZA DA SOLA - Uno sciopero sotto la pioggia e con il palco rivolto al palazzo del Governo. Separato, ma cercando di non fomentare la polemica con Cisl e Uil. La Cgil, a Bologna come in altre citta' emiliane, e' andata infatti in piazza da sola per lo sciopero contro la manovra. Come ha spiegato il segretario Danilo Gruppi, parlando sotto la pioggia, ''lo intendiamo in pieno sostegno alla proposta di modifica alla manovra che i tre sindacati hanno unitariamente avanzato''.
 
Le otto ore di sciopero della Cgil - sotto lo slogan 'L'alternativa c'e', paghi chi non ha mai pagato' - univa alla critica alla manovra anche la protesta contro il 'modello Fiat', questione che ha impedito la proclamazione di uno sciopero unitario. Dal palco, ha infatti parlato una pensionata e un delegato Fiom della Magneti Marelli, illustrando le conseguenze per la fabbrica dell'uscita del gruppo Fiat da Confindustria e dell'emarginazione della Fiom''. La Cisl non e' andata in piazza, ma ha fatto assemblee nella sua sede provinciale e nei luoghi di lavoro. ''Avremmo voluto portare in piazza tutta questa gente - ha detto il segretario Alessandro Alberani - questo e' un momento amaro per il sindacato bolognese''.
 
A CAGLIARI SEIMILA IN CORTEO CGIL-CISL-UIL - Seimila persone sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro la manovra economica e finanziaria del governo Monti. Dalle 9 i manifestanti che hanno aderito alle tre ore di sciopero indetto dai sindacati si sono ritrovate in piazza del Carmine, davanti al Palazzo del Governo. Da qui un corteo rumoroso con striscioni e fischietti si e' diretto verso viale Bonaria dove, di fronte alla sede della Rai Regionale, e' stato attuato un presidio e un volantinaggio. I leader sindacali regionali di Cgil, Enzo Costa, Cisl, Mario Medde, e Uil, Francesca Ticca, hanno spiegato le ragioni dello sciopero al prefetto di Cagliari, Giovanni Battista Tuveri, e al suo vice Andreina Farris.
 
Sono giunte alla manifestazione delegazioni dei territori di Cagliari, Medio Campidano e del Sulcis-Iglesiente per sottolineare il dramma delle industrie in crisi. I sindacati unitari hanno dato un parere negativo sulla manovra, definita iniqua nei tagli alla spesa pubblica. ''E' ingiusta e inadeguata e non coglie le esigenze di un rilancio dello sviluppo e occupazione in una regione, come la Sardegna, che sta sprofondando, piu' di altre, sotto i colpi della crisi - ha sottolineato Medde, segretario generale Cisl sarda - colpisce i redditi piu' bassi, interviene in modo pesante sulle pensioni, non si parla di tassare i grandi patrimoni immobiliari, ne' di intervenire per limitare gli sprechi della politica, insomma a pagare sono lavoratori e o pensionati''.

venerdì 9 dicembre 2011

Crisi/ Nasce l'Europa a due velocità. No di Londra

Venerdì, 9 dicembre 2011 -
Monti Sarkozy Merkel
Il Consiglio europeo chiude la maratona notturna per salvare l'euro con un accordo a due velocita'. I leader dell'Ue hanno concordato piu' severe regole di bilancio per la zona euro, ma non sono riusciti a garantire un accordo per riformare i trattati dell'Unione, il che vuol dire che la novita' coinvolgera' solo gli Stati dell'eurozona e quelli che vorranno aderire su base volontaria.
La nuova intesa per rafforzare la disciplina di bilancio nella zona euro sara' adottata dunque solo da 17 membri e sei Paesi su base volontaria. "Avremmo preferito un accordo a 27, ma questo non e' stato possibile a causa della posizione dei nostri amici britannici", ha puntato l'indice il presidente francese Nicolas sarkozy, al termine della maratona notturna. "Sara' un trattato intergovernativo a 17, aperto agli altri", ha aggiunto.
Gran Bretagna e Ungheria infatti hanno detto chiaramente di non voler firmare il trattato, Repubblica Ceca e Svezia dovranno invece attendere il 'via libera' dei rispettivi parlamenti e partner di governo. Il premier britannico David Cameron ha giustificato la sua scelta definendola "dura ma positiva per gli interessi del Paese" e ha spiegato: "Considerato che non abbiamo ottenuto garanzie, e' meglio essere rimasti fuori".
Piu' diplomatico il commento della cancelliera Angela Merkel, secondo la quale con l'accordo raggiunto "l'euro riconquistera' credibilita'". "Ho sempre detto che i 17 Stati della zona euro devono riconquistare credibilita' e penso che questo possa accadere, accadra', con la decisione di oggi".
Il presidente della Bce Mario Draghi ha definito la decisione un passo in avanti verso una "fiscalita' compatta, che - ha aggiunto- se la zona euro vuole emergere piu' forte da due anni di turbolenze. "Siamo arrivati a conclusioni che dovranno concretizzarsi meglio nei prossimi giorni".
La Merkel e Sarkozy avrebbero voluto che l'intera Ue accettasse di cambiare il trattato di Lisbona cosi' da obbligare a piu' strette regole di bilancio gli Stati dell'eurozona, ma la Gran Bretagna ha rifiutato di aderire. Il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha aggiunto che i Paesi forniranno fino a 200 miliardi di euro in risorse aggiuntive al Fondo Monetario Internazionale. Il testo dell'accordo intergovernativo dovra' essere redatto entro marzo.
La riunione, che e' durata piu' di dieci ore per presentare all'opinione pubblica e ai mercati un accordo prima dell'apertura delle borse, si e' conclusa alle 5 di mattina. I leader hanno trovato l'intesa su una serie di misure immediate con le quali si spera di calmare la crisi del debito sovrano nella zona euro. I leader si sono accordati nell'accelerare di un anno l'entrata in vigore del fondo si salvataggio permanente (luglio 2012) e dotare l'Fmi di 200 miliardi di euro per aiutare i Paesi in crisi; hanno anche deciso di rafforzare i due fondi di salvataggio e mantenerli in parallelo fino alla meta' del 2013, con l'idea di creare una sorta di 'firewall' che freni il contagio e possa salvare, se necessario, le economie piu' grandi.
L'Esm, il Fondo permanente, portera' in dote 500 miliardi di euro, ma non avra' una licenza bancaria come chiedeva la Francia. Tra le novita' maggiori, il fatto che la Bce agira' per conto del Fondo salva Stati. In futuro, il coinvolgimento dei privati nel Fondo salva Stati verra' introdotto sulla base delle regole pratiche dell'Fmi. L'intesa sulla disciplina di bilancio stabilisce inoltre la 'regola aurea' per cui i Paesi non potranno avere un deficit strutturale annuo superiore al 0,5% del Pil, limite che dovra' essere introdotto nelle Costituzioni nazionali o in leggi equivalenti. Ma il nodo e' arrivato quando si e' trattato di stabilire un quadro legale all'accordo.
"Per accettare la riforma dei trattati a 27, David Cameron ci ha chiesto -cosa che abbiamo tutti ritenuto inaccettabile- un protocollo nel trattato che avrebbe permesso di esonerare il Regno Unito da un certo numero di norme sui servizi finanziari", ha sintetizzato Sarkozy, ricordando pero' che parte dei problemi economici attuali "derivano proprio dalla deregulation dei servizi finanziari". Secondo fonti comunitarie, Cameron aveva presentato un allegato con otto condizioni che privilegiavano in sostanza le regole finanziarie della City, il principale mercato finanziario mondiale, e che lo avrebbe messo al riparo anche da un eventuale referendum nazionale da parte degli euro-scettici. "Il vantaggio sara' che la riforma sara' piu' leggera e piu' snella", ha aggiunto il presidente francese.
Sarkozy ha anche negato che si stia creando una divisione nell'Ue: "Stiamo tentando di salvare la nostra moneta e ci accusano di fare un'Europa a due velocita'". Nonostante la forte spaccatura con i britannici, la Merkel ha detto che la riunione e' arrivata "a un risultato molto buono". Per il direttore dell'Fmi Christine Lagarde, l'insieme di misure approvate costituisce "un pacchetto che va davvero nella nuova direzione". Quanto agli eurobond, sebbene non c'e' stato un accordo perche' rimane l'opposizione di Germania e Olanda, si e' stabilito che i presidenti del Consiglio europeo, della Commissione e dell'Eurogruppo elaborino un rapporto per il vertice di giugno del 2012; e all'epoca, ha aggiunto Van Rompuy, "speriamo che le acque si siano calmate e il clima sia e' piu' sereno

mercoledì 7 dicembre 2011

Pedica "Disegno di legge contro equitalia"

SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
 
 
 
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa del Senatore
 
 
Pedica…..
 
 
 
 
Delega al Governo per la revisione della normativa relativa al sistema di riscossione nazionale
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Relazione Illustrativa
Onorevoli Colleghi! - Il disegno di legge consta di un unico articolo contenente delega legislativa al Governo volta a realizzare una revisione totale del sistema di riscossione nazionale improntata ad assicurare la massima tutela dei contribuenti pur assicurando l’efficacia e l’efficienza del sistema di riscossione.
Alla luce del diffuso malcontento dei cittadini, continuamente colpiti dai comportamenti illegittimi di Equitalia, si ritiene opportuno optare per l’eliminazione dell’attribuzione a Equitalia s.p.a. dell’attività di riscossione riconosciutale dall’art. 3 del decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005 e per la conseguente attribuzione della fase di formazione del ruolo ai singoli enti impositori e di quella della materiale riscossione a singoli concessionari per la riscossione, iscritti in un apposito albo professionale.
 
È infatti giusto e doveroso combattere l'evasione e l'elusione fiscali, come è altresì fondamentale rendere efficaci le attività di riscossione, ma risulta altrettanto indispensabile realizzare un sistema nazionale di riscossione che non vessi e danneggi indebitamente e irragionevolmente il cittadino-contribuente-debitore che, soprattutto in questo complesso momento di crisi economica mondiale, deve potersi tutelare e difendere con pari diritti rispetto al responsabile della riscossione.

E’ gravemente errato considerare aprioristicamente il cittadino contribuente come un evasore incallito o, peggio, come un soggetto perennemente dedito al malcostume del non pagare.
Nel sistema attuale insieme alle difficoltà nell'ottemperare agli oneri elevati delle imposte il cittadino-debitore deve, inoltre, sopportare l'indebito e ingiustificato peso di somme che non trovano alcuna logica e che si inquadrano nell'ambito della peggiore azione di riscossione che si possa perpetrare ai danni della stessa azione di recupero dei crediti.
È lampante come una gestione dissennata, invasiva e ingiustificata della riscossione in molti casi porti al fallimento del soggetto contribuente sia esso persona fisica che impresa, provocando all'erario un danno di fatto notevolmente superiore a quello della mancata riscossione del capitale.
Il legislatore dal 1999 ad oggi ha i più occasioni potenziato e accelerato la fase della riscossione, non tenendo in debito conto l'esigenza di equilibrare il diritto alla difesa del contribuente che, sempre di più, è chiamato a contrastare le invasive attività esecutive dalla società Equitalia Spa con mezzi processuali sempre più limitati.
È notizia quotidiana e tristemente nota a tutti, del resto, quella di uffici di riscossione e fiscali che commettono macroscopici errori nella determinazione delle imposte da pagare, come l'esperienza delle cosiddette "cartelle pazze" ha reiteratamente rappresentato.
Così come ormai sono altrettanto noti i numerosi casi di comportamento illecito di Equitalia s.p.a. sanzionati dalla magistratura. Ex multis, la Commissione tributaria regionale di Bari, sezione VIII, con la sentenza n. 36 del 12 aprile 2010, ha giudicato non corretto l'operato dell'esattore che in sede giudiziale non è riuscito a provare la notifica della cartella e ha iscritto ipoteca legale sull'immobile del contribuente, senza essere in grado neppure di dimostrare l'avvenuta comunicazione presso il luogo di domicilio fiscale del destinatario; il Tribunale di Genova, seconda sezione, con la sentenza 14212 del 3 dicembre 2010, ha ritenuto illegittima l'esecuzione immobiliare poiché la somma dovuta dal debitore era inferiore alla soglia minima per la quale è ammessa l'espropriazione; il Tribunale di Roma, con la sentenza del 9 dicembre 2010, ha qualificato doloso il comportamento di Equitalia Gerit per avere iscritto ipoteca in assenza dei presupposti; il Tribunale di Roma, Sezione distaccata di Ostia, con una clamorosa sentenza del 9 dicembre 2010 ha severamente condannato il concessionario della riscossione al pagamento della somma di €.25.000 in favore del contribuente ai sensi dell’art. 96 comma 3 c.p.c. (lite temeraria), ritenendo che nella specie "non si tratta di un risarcimento ma di un indennizzo (se si pensa alla parte a cui favore viene concesso) o una punizione (per aver appesantito inutilmente il corso della giustizia, se si ha riguardo allo Stato) di cui viene gravata la parte che ha agito con imprudenza, colpa o dolo";
Risulta a questo punto indispensabile predisporre in tempi rapidi una normativa che possa porre fine ad una situazione caratterizzata da una inaccettabile vessazione nei confronti dei cittadini da parte di una società la cui missione, invece, sarebbe dovuta essere quella di recuperare le risorse sottratte all’erario.
Questa proposta di legge quindi, alla luce del diffuso malcontento dei contribuenti troppo spesso "vittime" dell’attuale sistema e dei comportamenti illegittimi di Equitalia s.p.a., mira a revisionare l’intero sistema di riscossione attribuendo la massima tutela dei contribuenti pur continuando ad assicurare l’efficacia e l’efficienza del sistema di riscossione.
In particolare l’articolo 1 demanda al Governo l’adozione entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di uno o più decreti legislativi volti ad una modifica radicale dell’attuale sistema di riscossione resasi ormai assolutamente necessaria.
Nell’attuazione della delega il Governo si atterrà ai principi aventi quali finalità: la razionalizzazione e la semplificazione delle procedure di riscossione assicurando la massima tutela dei diritti dei contribuenti pur in armonia con i principi di efficacia e di efficienza del sistema di riscossione.
A tal fine si prevede l’eliminazione dell’attribuzione a Equitalia s.p.a. dell’attività di riscossione riconosciutale dall’art. 3 del decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005 e la conseguente attribuzione della fase di formazione del ruolo ai singoli enti impositori e di quella della materiale riscossione a singoli concessionari per la riscossione, iscritti in un apposito albo professionale.
La normativa dovrà prevedere la massima trasparenza nelle richieste di pagamento, quali solleciti, diffide, intimazioni, avvisi, cartelle, nonché la cancellazione di cartelle basate su crediti già pagati, prescritti, annullati, inesistenti.
Viene inserita, al fine di tutelar il contribuente soprattutto in questo momento di difficile crisi economica, la possibilità per lo stesso, in presenza di particolari e specifiche condizioni economiche da definirsi e che tengano conto di ogni posizione patrimoniale del debitore ivi compresi il reddito e le proprietà immobiliari, di chiedere la rateizzazione del pagamento del debito nonché la sospensione temporanea del pagamento del debito.
In caso di rateizzazione si prevede espressamente che gli interessi applicati non potranno eccedere il tasso legale d’interesse in vigore al momento della richiesta di rateizzazione.
Si prevedono poi una serie di divieti sempre a tutela del contribuente quali il divieto di anatocismo in materia di riscossione, il divieto di iscrizione ipotecaria per un importo inferiore a 8.000 euro e il divieto di iscrizione ipotecaria sulla prima casa laddove il valore della stessa non superi i 600.000 euro.
Nell’ambito delle procedure burocratiche necessarie al fine del recupero del debito si è scelto di optare per il massimo snellimento di ogni procedura e per l’eliminazione di ogni costo eccessivo e ingiustificato a carico del contribuente.
Infine è prevista l’istituzione nell’ambito del Ministero dell’Economia e delle Finanze di un osservatorio nazionale sulla riscossione per monitorare l’attività di riscossione e al fine di garantire la corretta applicazione della normativa in materia.
L’intervento normativo che si vuole realizzare con il presente disegno di legge, volto a modificare in modo radicale il sistema di riscossione al fine di realizzare la massima tutela del contribuente, risulta, conseguentemente, necessario e indispensabile.
Appare dunque opportuno conferire una delega al Governo affinché, effettuata la dovuta ricognizione delle fonti normative, dei numerosi aspetti che contraddistinguono la materia della riscossione, adotti uno o più decreti legislativi che in maniera non equivoca assicurino la tutela dei contribuenti e l’efficienza del sistema di riscossione, così superando l’attuale assetto normativo che vede i cittadini ormai vittime dei comportamenti illegittimi di Equitalia s.p.a..
Il disegno di legge consiste in un unico articolo, di conferimento di delega al Governo, composto di 6 commi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni volte alla revisione della disciplina del sistema nazionale della riscossione.
    2. I decreti legislativi di cui al comma 1 si attengono ai seguenti principi e criteri direttivi:
a)
b) conformità della nuova disciplina al Codice del Consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206;
c)
d)

e) attribuzione della fase materiale della riscossione a singoli concessionari per la riscossione, iscritti in un apposito albo professionale;
f) massima trasparenza nelle richieste di pagamento, quali solleciti, diffide, intimazioni, avvisi, cartelle, nonché la cancellazione di cartelle basate su crediti già pagati, prescritti, annullati, inesistenti
g)
h) previsione della possibilità per il contribuente, in particolari e specifiche condizioni economiche da definirsi e che tengano conto di ogni posizione patrimoniale del debitore ivi compresi il reddito e le proprietà immobiliari, di chiedere la rateizzazione del pagamento del debito;
i) applicazione in caso di rateizzazione di interessi che non eccedano il tasso legale d’interesse in vigore al momento della richiesta di rateizzazione;
l) introduzione del divieto dell’istituto dell’anatocismo, come previsto e disciplinato dall’articolo 1283 del codice civile, in materia di riscossione;
m) inserimento del divieto di iscrizione ipotecaria per un importo inferiore a 10.000 euro nonchè cancellazione d’ufficio delle iscrizioni di ipoteca sotto tale somma senza spese per il contribuente;
n) inserimento del divieto di iscrizione ipotecaria sulla prima casa laddove il valore della stessa non superi i 600.000 euro;
o) applicazione della normativa prevista dal codice civile in caso di vendita all’asta dei beni dei contribuenti morosi richiedendosi, altresì, che la stima del valore del bene dovrà tener conto del valore di mercato dello stesso;
p) snellimento di tutte le procedure burocratiche necessarie al fine del recupero del debito;
q) eliminazione di ogni costo eccessivo e ingiustificato a carico del contribuente;
r) istituzione di un osservatorio nazionale sulla riscossione nell’ambito del Ministero dell’economia e delle finanze per monitorare l’attività di riscossione e al fine di garantire la corretta applicazione della normativa in materia;
    3. I decreti legislativi di cui al comma 1 indicano esplicitamente le disposizioni sostituite o abrogate, fatta salva l’applicazione dell’articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile. Il decreto legislativo di cui al comma 1 è adottato, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, previ pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti per la materia, resi nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta. Decorso tale termine, i decreti legislativi possono essere comunque adottati.
    4. Disposizioni correttive ed integrative dei decreto legislativi di cui al comma 1 possono essere adottate, nel rispetto degli stessi principi e criteri direttivi e con le medesime procedure di cui al presente articolo, entro due anni dalla data della sua entrata in vigore.
5. Dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
6. Le disposizioni di cui alla presente legge entrano in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione della medesima legge nella Gazzetta Ufficiale.
previsione della possibilità per il contribuente, in particolari, specifiche e gravi condizioni economiche da definirsi e che tengano conto di ogni posizione patrimoniale del debitore ivi compresi il reddito e le proprietà immobiliari, di chiedere la sospensione temporanea del pagamento del debito;
attribuzione della fase di formazione del ruolo ai singoli enti impositori;
eliminazione dell’attribuzione a Equitalia s.p.a. dell’attività di riscossione riconosciutale dall’art. 3 del decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005;
razionalizzazione e semplificazione delle procedure di riscossione assicurando la massima tutela dei diritti dei contribuenti pur in armonia con i principi di efficacia e di efficienza del sistema di riscossione;
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martedì 6 dicembre 2011

Per Confcommercio siamo già in recessione

Confcommercio ha svolto un'indagine sui consumi degli italiani in vista del Natale. Il risultato è che la recessione più che essere una previsione per il 2012 è già una realtà per milioni di italiani. Tra i settori più colpiti ci sono editoria, elettrodomestici, abbigliamento e per la prima volta mostra una lieve flessione anche il settore della tecnologia. Significativo il fatto che gli italiani che acquisteranno su internet sono aumentati del 13%.

Il presidente della Confcommercio afferma che “l’Italia dei consumi e del commercio è già in recessione”. Secondo Carlo Sangalli “un ulteriore inasprimento della tassazione dei consumi non gioverà alla crescita complessiva”, anche perché “la tassazione dei consumi incide di più sui livelli di reddito medio-bassi e risulta controproducente rispetto all’esigenza di recuperare un’ampia evasione dell’Iva”. Sangalli ha ricordato i dati dell’Istat sulle vendite al dettaglio, che a settembre “sono diminuite dell’0,4% rispetto ad agosto e dell’1,6% su base annua. Si tratta – ha precisato – della quinta variazione congiunturale negativa consecutiva”. Per contrastare la recessione, secondo il presidente di Confcommercio, bisogna “fare leva su una rinnovata centralità delle politiche di sviluppo dell’economia reale”. Sangalli pensa ad accelerare le liberalizzazioni, al rilancio delle infrastrutture e dei trasporti, alla promozione dell’energia verde e dell’efficienza energetica, ad una strategia nazionale per il turismo: “E’ arrivato inoltre il momento di un piano d’azione per lo sviluppo dell’economia dei servizi”.

lunedì 5 dicembre 2011

635 Euro.... Quello che costerà a famiglia

Mario Monti (LaPresse)
MILANO - Avevano detto che la medicina sarebbe stata amara. Adesso ne conosciamo anche il prezzo: 635 euro a famiglia. «La manovra "salva-Italia" peserà sulle famiglie italiane con un importo medio pari a 635 euro. Se teniamo conto anche delle manovre estive elaborate dal precedente governo Berlusconi, l'importo complessivo che graverà sulle famiglie italiane, raggiungerà, nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro» ha detto il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, dopo aver stimato, assieme al suo Ufficio studi, gli effetti economici che la manovra Monti - e quelle d'estate redatte dal governo Berlusconi - avranno sui bilanci delle famiglie italiane.
IMPORTO COMPLESSIVO -Per quanto concerne la manovra «Salva-Italia», sottolineano dalla Cgia, l'importo è pari a 30 miliardi di euro lordi. Se a questa cifra si sottraggono i 10 miliardi che saranno destinati allo sviluppo e si rimuovono anche i 4 miliardi che andranno ad evitare il taglio delle agevolazioni nel 2012, l'effetto complessivo della manovra sulle famiglie sarà pari a 16 miliardi di euro. Pertanto, questa entità inciderà mediamente su ciascuno dei 25 milioni di nuclei familiari italiani per un importo pari a 635 euro nel triennio 2012-2014. Se a questa misura si aggiungono gli effetti delle manovre d'estate stilate dal Governo Berlusconi, il carico complessivo sulle famiglie salirà a 6.402 euro. «Complessivamente - conclude Bortolussi - queste 3 manovre avranno un effetto complessivo nel quadriennio 2011-2014 pari a 161,1 miliardi di euro. Una vera e propria stangata che, probabilmente, riuscirà a far quadrare i conti ma rischia di mettere in ginocchio l'economia Del paese

La manovra in 12 punti......

Il governo ha presentato ieri un decreto legge – definito da Mario Monti “decreto salva-Italia” – che mette in atto una nuova manovra economica d’emergenza, la quinta di quest’anno per l’Italia, allo scopo di aggiustarne i conti e creare le condizioni per favorire la ripresa economica. Monti si è rivolto direttamente agli italiani dicendo che il paese attraversa un momento di gravissima emergenza ma che non mancano i motivi per avere fiducia nel futuro. Poi è passato a illustrare i vari punti del testo, insieme ai ministri Fornero, Passera e Giarda, e al viceministro Grilli. Il presidente del Consiglio ha detto che la manovra ha un saldo totale da 30 miliardi di euro lordi (20 netti): 12-13 miliardi di tagli alla spesa pubblica, 17-18 di nuove tasse. Di questi soldi, 20 miliardi serviranno per ridurre il deficit e 10 saranno utilizzati per finanziare interventi per crescita ed equità. Vediamo come.
1. Costi della politica
Le giunte provinciali sono abolite. I consigli provinciali avranno un massimo di 10 componenti – oggi sono 45 – eletti dai consigli elettivi, comunali e regionali. Tutte le cariche delle giunte provinciali decadranno il 30 novembre 2012, i dipendenti delle province saranno trasferiti in regioni e comuni. Le nuove province avranno solo funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale”. Monti ha spiegato che non potendo abolire le province per legge ordinaria, questo era il segnale più forte che il governo potesse dare in questa direzione. Il risparmio previsto è oltre 500 milioni di euro.
Si stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previsti nelle Costituzione, che si considerano a titolo onorifico: si parla dei gettoni di presenza per consigli e giunte circoscrizionali, ma la norma potrebbe interessare anche organismi come le comunità montane o le autorità di bacino.
Mario Monti rinuncia ai suoi compensi da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia. Tutti i membri del suo governo sottoscriveranno una dettagliata e trasparente dichiarazione sullo stato dei propri patrimoni, andando oltre quanto previsto dalla legge, e non potranno percepire alcun doppio stipendio.
Il numero dei membri di tutte le authority viene ridotto, quasi dimezzato. Sono invece soppresse l’agenzia per la sicurezza nucleare, l’agenzia per il terzo settore, l’agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, l’ente nazionale per il microcredito, l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, l’ente per il turismo. Il numero dei membri del CNEL sarà ridotto da 50 a 28. Nasce invece una authority per i trasporti. Una serie di consorzi di fiumi e laghi confluiranno in un unico consorzio nazionale. ENPALS e INPDAP saranno accorpati all’INPS. Tutti gli enti che ricevono fondi dallo Stato dovranno, entro 10 giorni dall’approvazione della manovra, trasmettere i bilanci alle amministrazioni vigilanti e al ministero dell’Economia.
2. Pensioni
Dal 2012 saranno calcolate per tutti con il metodo contributivo, cioè sulla base dei contributi che i lavoratori hanno versato nella loro intera vita lavorativa, il cosiddetto montante contributivo, rivalutata sulla base di precise aliquote e tassi di rivalutazione. L’importo annuo della pensione viene calcolato moltiplicando il montante per un coefficiente di trasformazione, un numero che varia a seconda dell’età del lavoratore al momento in cui è andato in pensione.
Gli uomini potranno andare in pensione con 42 anni e un mese di contributi, o all’età di 66 anni. Le donne potranno andare in pensione con 41 anni e un mese di contributi, o all’età di 62 anni. Spariscono nominalmente le pensioni di anzianità, che saranno quindi “pensioni anticipate”: i lavoratori che decideranno di lavorare oltre le soglie, fino a 70 anni, saranno premiati da un sistema di incentivi. Sia per gli uomini sia per le donne sarà necessario un requisito minimo di anzianità contributiva di 20 anni.
L’età pensionabile diventa quindi flessibile, dai 62 ai 70 anni per le donne, dai 66 ai 70 anni per gli uomini, con un meccanismo che premia chi va in pensione più tardi. L’aumento dell’età pensionabile è temperato dall’abolizione delle finestre, che spesso rendeva necessario attendere mesi, fino a un anno, per andare in pensione, dopo il raggiungimento della soglia. La pensione verrà invece erogata il mese successivo alla maturazione dei requisiti.
Le pensioni minime e quelle alte fino a due volte il minimo, circa 950 euro al mese, continueranno a essere aggiustate in funzione dell’inflazione. Le altre no per il 2012 e il 2013, ed è descrivendo questo passaggio che ieri il ministro Fornero si è commosso.
Le nuove regole non si applicano alle persone, entro il limite di 50 mila, che maturano i requisiti odierni entro il 31 dicembre 2011, che si trovavano in mobilità alla data del 31 ottobre 2011, che sono interessati dai piani di esubero, nonché gli ex lavoratori che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 31 ottobre 2011.
Taglio dei privilegi. Oggi le aliquote di prelievo dei lavoratori autonomi sono minori di quelle dei dipendenti, 20-21 per cento rispetto al 33 per cento. La manovra innalza i contributi di commercianti, artigiani, coltivatori diretti e aziende agricole dello 0,3 per cento ogni anno per arrivare a due punti in più in percentuale nel 2018.
3. L’imposta sulla casa
L’IMU, l’imposta municipale unica introdotta dal federalismo fiscale, sarà anticipata al gennaio 2012. Saranno tassate anche le prime case: aliquota base allo 0,76 per cento, 0,4 per cento per le prime case. I sindaci potranno ridurla ulteriormente. L’imposta sarà applicata sul valore catastale degli immobili, che sarà ricalcolato secondo coefficienti rivalutati per il 60 per cento, quindi ben più alti che in passato. Ci sarà una detrazione sulla prima casa che esenterà molte famiglie, si calcola che almeno il 60 per cento di proprietari di prime case non pagherà l’IMU. L’incremento delle rendite catastali si applica ai soli fini del calcoli dell’IMU e non sull’IRPEF – che non sarà aumentata, come si era detto nei giorni scorsi – né sulle compravendite.4. Tassa sui capitali scudati
I capitali rientrati dall’estero con lo scudo fiscale approvato dal governo Berlusconi, e tassati per il 5 per cento, pagheranno una doppia imposta di bollo (escamotage per rendere costituzionale una tassazione retroattiva che altrimenti sarebbe stata abbattuta dai ricorsi). Su quei capitali si pagherà quindi un’imposta una tantum dell’1,5 per cento, e con quei soldi si coprirà l’adeguamento all’inflazione delle pensioni fino a 960 euro.
5. Tasse sui beni di lusso
Vengono introdotte una tassa sullo stazionamento e il rimessaggio delle imbarcazioni superiori a 10 metri di lunghezza, una tassa di possesso sugli aerei ed elicotteri privati, un superbollo aggiuntivo sulle auto con potenza superiore ai 170 kW.
6. Patrimoniale sulle attività finanziarie
L’imposta di bollo sui conti correnti bancari viene estesa anche al deposito titoli e ad altri strumenti e prodotti finanziari, come le polizze assicurative sulla vita, i fondi immobiliari e i fondi comuni. Ci sarà una soglia di esenzione, ma per gli investimenti superiori a 5000 euro il bollo sarà più che raddoppiato: il governo deve ancora comunicare le aliquote precise.
7. Misure per la crescita
L’IRAP sul costo del lavoro sarà deducibile per le imprese, così da incentivare le assunzioni (in particolare quelle di donne e giovani). Viene rafforzato il fondo di garanzia sui prestiti alle piccole e medie imprese. Fino al 30 giugno 2012 lo Stato farà da garante anche per le passività delle banche italiane. Allo scopo di fornire un “Aiuto alla Crescita Economica”, definito con l’acronimo ACE, viene introdotta a partire dal 2011 un’agevolazione alle imprese che aumentano il capitale proprio: le imposte sui redditi saranno deducibili per “rendimento nozionale” figurativo, la cui aliquota sarà fissata entro il 31 gennaio di ogni anno. La misura ricorda la dual income tax introdotta dall’ex ministro Visco.
Liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie. Liberalizzazione sperimentale degli orari di apertura degli esercizi commerciali nelle località turistiche e città d’arte. I gestori delle pompe di carburante potranno rifornirsi da qualunque produttore, senza clausole di esclusiva. Se entro il 13 agosto 2012 non saranno varate norme per la riforma degli ordini professionali, questi verranno soppressi.
Gli immigrati che hanno chiesto il permesso di soggiorno ma non l’hanno ancora ricevuto potranno sottoscrivere regolari contratti di lavoro.
8. Evasione fiscale
Introduzione del limite di 1000 euro per i pagamenti in contanti. Incentivi e agevolazioni fiscali per i professionisti e le piccole imprese che accettano la piena tracciabilità dei propri ricavi. Monti ha detto inoltre che una delle misure più importanti contro l’evasione è una non-misura: la sua categorica esclusione riguardo l’approvazione di condoni di qualsiasi genere.
9. IRPEF
Non c’è l’aumento dell’IRPEF di cui si era molto parlato la settimana scorsa, ma l’addizionale regionale dell’imposta sui redditi passa dall’attuale 0,9 per cento all’1,23 per cento.
10. Lire
Si stabilisce la prescrizione anticipata delle lire in circolazione a favore dell’erario.
11. Enti locali
I fondi per le regioni vengono tagliati di 3,1 miliardi a partire dal 2012: 2,1 alle regioni a statuto ordinario e 1 alle regioni a statuto speciale. I fondi per i comuni con più di 5000 abitanti vengono tagliati di 1,4 miliardi dal 2012. I fondi per i comuni con più di 1000 abitanti vengono tagliati di 1,4 miliardi dal 2013.
12. Pareggio di bilancio
Il governo prevede con la manovra di blindare gli obiettivi di risparmio già previsti in bilancio per 2012, 2013 e 2014. Se non dovessero bastare, scatterà un aumento di 2 punti delle aliquote IVA del 10 e del 21 per cento a partire da giugno del 2012, con un ulteriore scatto di mezzo punto dal giugno del 2014.

domenica 4 dicembre 2011

Tredicesime in calo.... Natale ancora più nero

CRISI
Tredicesime in calo del 2,2%
Consumatori: "La prima volta in 20 anni"
Le associazioni: "Quasi l'80% verrà impiegato in tasse e debiti. Solo un quinto sarà destinato a risparmi e consumi". Invito al governo a "evitare l'aumento dell'Iva e il ritorno dell'Ici sulla prima casa"

ROMA - Per la prima volta in venti anni "diminuisce di 0,8 miliardi di euro, con un calo del 2,2%, il monte tredicesime 2011". Il dato arriva dalle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, secondo i cui calcoli il complesso delle gratifiche di fine anno si attesterà a quota 35 miliardi di euro.

"Quasi l'80% delle tredicesime - rilevano i presidenti di Adusbef, Elio Lannutti, e Federconsumatori, Rosario Trefiletti - delle tredicesime verrà 'mangiato' da tasse, mutui, bolli, canoni, rimborso di debiti pregressi". Solo il 20,2%, dunque appena un quinto, sarà "destinato a risparmi, regali, viaggi, consumi alimentari". Le due associazioni invitano il governo a "evitare l'aumento dell'Iva e il ritorno dell'Ici sulla prima casa".

Le tredicesime andranno per 10,2 miliardi di euro ai pensionati (-1,92%); 9,2 miliardi ai lavoratori pubblici (-1,07%); 15,6 miliardi (-3,1%) ai dipendenti privati dei settori agricoltura, industria e terziario.

Adusbef e Federconsumatori prevedono "un Natale durissimo sul fronte dei consumi, destinati a calare del 6,9% perché almeno tre famiglie su quattro taglieranno le spese per l'incerta situazione economica".

Le due associazioni si appellano al governo affinché venga evitato un nuovo aumento dell'Iva o il ritorno dell'Ici sulla casa di abitazione "potendo reperire maggiori risorse nei capitali scudati che, con un prelievo straordinario del 20%, darebbero un gettito immediato di 21 miliardi di euro, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre un milione di euro".

Monti "sacrifici duri o l'Italia fallisce"...

Il premier scuote i politici
"Sacrifici duri o l'Italia fallisce
I leader dei partiti impressioanti dalle misure. Il Professore insiste sulla necessità che il Paese dimostri "serietà" e tolga ogni alibi a chi lo ritiene inaffidabile
di ALBERTO D'ARGENIO e GOFFREDO DE MARCHIS
 (ansa)
ROMA - Prima la gelida spiegazione della manovra e le facce dei leader politici ospiti a Palazzo Chigi che impallidiscono. Poi, di fronte alle richieste per depotenziare il pacchetto da 24 miliardi, Mario Monti non apre spiragli: "Forse non ci siamo capiti, l'Italia ha pochi mesi di vita. Se non interveniamo subito andiamo in default. Non riusciremo più a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, in tutto il Paese si fermeranno i bus e i tram. Sarà la fine". Lo scenario da Apocalisse è scritto sui volti di chi esce dalla stanza del premier. Pochissimi margini, quasi un "prendere o lasciare" è il senso delle parole di Monti.

Dopo giorni di digiuno i capi partito vengono messi al corrente dei contenuti del decreto shock scritto in appena tre settimane di lavoro. Monti consegna le fotocopie. Spiega e ascolta. Alla fine qualche misura la corregge, ma l'impatto in stile Grecia resta. I dirigenti del Terzo Polo, Casini, Rutelli e Della Vedova, garantiscono l'appoggio. Eppure si capisce che non si aspettavano una simile cura. Nel pomeriggio tocca ad Alfano e ai capigruppo del Pdl. La sera varca la soglia di Palazzo Chigi Bersani con vertici del Pd. Monti prende appunti, annota le richieste delle forze politiche. I democratici insistono su patrimoniale e lotta all'evasione. Ma all'uscita il segretario confida: "Monti ha già in testa tutto, per noi è durissima da mandare giù". Il Pdl esprime i suoi dubbi sull'innalzamento dell'Irpef. Con i centristi Monti ragiona anche dell'iter parlamentare della manovra. E ipotizza fin d'ora la fiducia. Come dire che non si può sbagliare, che bisogna fare sul serio. A chi teme i contraccolpi sull'elettorato, il premier dice: "O ci salviamo tutti o non si salva nessuno, sappiatelo". Lo stesso vale per le parti sociali - sindacati, Confindustria ed enti locali - che il professore della Bocconi riceverà oggi.

La situazione di emergenza non lascia spazio alla concertazione. Non ora, almeno. Occorre agire in fretta per convincere mercati ed Europa "sulla serietà dell'Italia", martella Monti. Persino sul lavoro potrebbe spuntare un ddl allegato nel consiglio dei ministri che quasi sicuramente sarà anticipato a stasera. Un modo per presentarsi all'apertura delle Borse e alla settimana decisiva per l'euro con le misure già pubblicate in Gazzetta ufficiale. Ma anche per limitare al massimo il confronto con forze politiche e sindacati. I centristi e il Pd fanno notare al premier che inserire le pensioni nel decreto potrebbe spingere i sindacati sul piede di guerra. Monti ribatte: "Lo so, ma forse alcune sigle preferiscono protestare anziché trattare. Allora, tanto vale...".

Non si possono correre rischi. L'Italia ha occhi e fucili puntati. Monti vede i partiti insieme ai ministri Giarda, Passera e Fornerno. E da Berlino, racconta proprio un ministro durante i colloqui, sono arrivate pressioni definitive: la Merkel fa sul serio, è determinata ad andare avanti sulla creazione di una "Schengen" della moneta unica, di fatto la nascita di un euro di serie A al quale potranno partecipare solo i Paesi più solidi. E Monti, "per il bene dell'Italia", non vuole mancare all'appuntamento, anche se nel cruciale summit europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles spingerà perché ogni decisione sul futuro della divisa comune comprenda tutte le capitali, senza spaccare l'Unione in due.

Ma prima di occuparsi dei negoziati europei il premier deve avere messo il Paese in sicurezza. "Dimostriamo che l'Italia è seria - ripeteva ieri a Palazzo Chigi - così cade l'alibi che non si può affrontare il problema sistemico perché ci sono nazioni che non rispettano gli impegni di finanza pubblica: da lunedì questo problema non riguarderà più l'Italia". Un messaggio alla Merkel che non cede sugli Eurobond o su un ruolo più decisivo della Bce fino a quando i Paesi in crisi non avranno fatto "i compiti a casa". Se in Europa non portiamo "misure solide ed efficaci - ragiona il premier - veniamo travolti, Bruxelles vuole subito soldi freschi altrimenti falliamo e ci portiamo dietro tutta l'eurozona, una responsabilità che certo non mi prendo".

Le richieste dei partiti non scuotono il governo. Si studiano alcune modifiche, certo. Il Parlamento avrà voce in capitolo, ovvio. "Ma saldi e capisaldi della manovra restano invariati", avverte Rutelli. Pd e Terzo Polo, con fatica, hanno garantito i voti alle Camere. E a dispetto dei distinguo di facciata anche Alfano prende atto della mancanza di alternative. Ne ragiona a lungo con Berlusconi: il Pdl non può apparire agli occhi delle cancellerie europee "come il partito che boccerà la manovra che salva l'euro". Il Cavaliere non prende bene l'elenco delle misure che Monti ha illustrato ad Alfano: cancellano anni di sue politiche e promesse. Però ingoia il rospo: "Non regaliamo Monti alla sinistra". Ma nel Pdl le acque non sono tranquille. Una fetta del partito rema per l'astensione. Gli ex An lo hanno detto chiaro, Alfano convocherà un ufficio di presidenza perché ognuno si assuma le sue responsabilità. Approvata la manovra Monti si butterà nei negoziati europei che sfoceranno nel vertice di Bruxelles. Già da domani avrà contatti con Parigi e Berlino. Per giovedì mattina nella capitale belga sono già stati fissati due bilaterali con i leader più forti dei paesi Ue esterni all'euro, il britannico Cameron e il polacco Tusk.

sabato 3 dicembre 2011

Vessazioni a imprese e mondo agricolo.... 6 dicembre a Latina

"Vessazioni a imprese e mondo agricolo: il caso Equitalia": è il titolo del convegno che si terrà martedì 6 dicembre alle ore 21 presso l'Hotel Europa, organizzato dal Comitato "Donne e Libertà d'impresa" presieduto da VALENTINA PAPPACENA. Interverranno esponenti del mondo politico nazionale e locale, rappresentanti del mondo produttivo, industriale ed agricolo, liberi professionisti e società civile. Previsti gli interventi dei parlamentari dell'Italia dei Valori, ANTONIO BORGHESI e STEFANO PEDICA, del segretario nazionale dei Radicali Italiani, MARIO STADERINI, del membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani, PIERANTONIO PALLUZZI, del responsabile del Progetto "Sos Usura" MARCO TOMEO.
L'attività di Equitalia viene sempre più definita “usura di Stato”: nel 2010 ha ottenuto 1,29 miliardi di euro di ricavi, di cui 1,22 miliardi derivanti dall’incasso di commissioni sull’attività di riscossione per conto terzi. I cosiddetti grandi debitori (coloro che sono iscritti a ruolo per importi maggiori ai 500mila euro) sono poco più di mille. Imprese, liberi professionisti, ma anche cittadini con semplici multe arretrate, agricoltori, per chiunque finire tra le “chele” di Equitalia può portare all’inquietante risultato di non uscirne più. Un sistema di riscossione che lo stesso ex ministro Giulio Tremonti ha definito “distorto”; anche perché, spesso, il problema non si risolve pagando (capitali, more ed interessi, in quote che se fossero applicate da società private di recupero crediti verrebbero definite “usura”), ma occorre una peregrinazione infinita (si parla di mesi) tra uffici, call center, banche ed avvocati. A volte, con la consapevolezza di avere ragione. Sono tante le testimonianze di chi vede recapitarsi una cartella esattoriale senza preavviso, di chi scopre, magari ad un controllo dei vigili, di avere l’auto sottoposta a fermo amministrativo, di chi si vede il conto corrente svuotato da un giorno all’altro o, peggio ancora, scopre di avere un’ipoteca sulla casa di proprietà. Molte sono le denunce di cittadini che, a fronte di un debito di 40mila euro, hanno visto recapitarsi cartelle esattoriali da 95mila euro. Magari dopo aver già regolarizzato la posizione. Di tutto questo si parlerà a viso aperto martedì sera.Sara' inoltre presente la Federcontribuenti che da anni combatte le ingiustizie e le vessazioni di equitalia, firmataria assieme al senatore Pedica di una proposta di legge atta ad abolire appunto equitalia.